Ultras Tito Cucchiaroni: la storia
Innanzitutto analizziamo la storia del nome : “ULTRAS TITO CUCCHIARONI“.
Ultras è nato nel 1968/69 ed il primo gruppo si chiamava “Ultras Sant’Alberto“. Erano dei ragazzi di Sestri Ponente che ancora oggi vengono allo stadio, anche se come semplici tifosi, perché non hanno più un’età da ultras.
Tito Cucchiaroni è un grande giocatore argentino che ha militato nella Sampdoria negli anni ’60 e lo si è voluto ricordare per sempre perché ha contribuito al 4° posto nel campionato 1960/61, e per tutto quello che ha dato alla squadra. Gli abbiamo intitolato il club perché spesso abbiamo contatti con personaggi del mondo sportivo e politico, ed il nome ultras può dar fastidio; se magari dobbiamo organizzare dei pullman noi ci presentiamo come “Sampdoria club Tito Cucchiaroni” proprio per evitare problemi.
La parola ultras è difficile da spiegare, molti ne rivendicano la paternità, ad esempio i granata. Noi però possiamo affermare che siamo stati i primi, come testimonia la trasmissione televisiva “Commando ultrà curva sud” andata in onda qualche anno fa; peraltro c’è anche scritto sul libro “Ragazzi di stadio” che i granata hanno assunto la denominazione ultras dopo gli incidenti di Torino-Vicenza del ’71, quindi parecchio tempo dopo. Inoltre, chi abita a Genova si ricorderà che prima di allora erano comparse delle scritte, in Piazza della Vittoria e in Scalinata Montaldo, che dicevano “Uniti Legneremo Tutti i Rossoblù A Sangue”, il cui acrostico, con le iniziali, dà appunto il nome “ultras”, e quelle scritte sono visibili tuttora.
Adesso analizziamo come era il tifo della Samp, nelle sue piu’ lontane origini. All’inizio il gruppo era formato da un centinaio di ragazzi “armati” di tamburi e bandiere, le torce non si usavano ancora. Si andava in trasferta con pullman e ogni tanto c’era qualche “sana” scazzottata, ma era forse più divertente di adesso perché era un modo di vivere lo stadio più spensierato, quello che ti animava era la voglia di portare una presenza anche nelle altre città. Certo vi erano parecchie difficoltà perché tutto era artigianale, i tamburi si suonavano con un pezzo di legno, mentre oggi guai se non hai le bacchette. Era molto più arduo reperire i soldi, perché andavamo avanti con collette e autotassazioni, e nonostante esistessero le tessere sociali, le entrate erano minime perché l’iscrizione costava una fesseria.
Adesso tutto quello che facciamo si fa pro-Sampdoria, perché prima viene la Sampdoria e, in secondo ordine, gli ultras tito. Tra di noi conta chi viene allo stadio da 15 anni quanto l’ultimo arrivato, se lavoriamo entrambi per lo stesso scopo: se tutti e due ci alziamo alle 8 per andare ad attaccare gli striscioni, dobbiamo avere la stessa voce in capitolo, né più né meno. Il direttivo è formato da 12 persone tra cui 4 ragazze. Avevamo una sede in Sampierdarena che abbiamo lasciato per trovarne una più in centro città, e attualmente ci riuniamo nel bar di un nostro amico: periodicamente teniamo delle assemblee in sale di Sampierdarena o in un teatrino sopra Largo Zecca, ed in queste l’accesso è libero a tutti, perché vogliamo trascorrere una serata in allegria facendo conoscere al tifoso qualunque le nostre iniziative per il tifo della domenica. Tutto questo senza interessi nascosti o propaganda politica, nel nostro gruppo non si fa politica perché col calcio non c’entra assolutamente niente, e potrebbe anzi essere un motivo di disgregazione al nostro interno.
Fra i gruppi che si possono citare in gradinata Sud sono usciti fuori gli Hell’s Angels, i Gunners e adesso i Bulldog, questi facevano sempre parte degli ultras e i loro striscioni servivano da sottotitolo, non si sono mai messi in concorrenza con noi. Peraltro ci teniamo a far notare che Genova è stata la prima città dove è nato un gruppo femminile, le Ultras Girls. La loro è stata una nascita parecchio combattuta, perché avevamo paura che si distaccassero e sorgessero, quindi, dei problemini, invece si sono fatte il loro striscione e non solo quello, perché da quando sono nate nel ’79/80, hanno dato una validissima mano: pensate che entrambi i nostri bandieroni giganti sono stati cuciti in una camera di 4 metri x 3 da una di loro, Sonia, e ci teniamo molto che il suo nome e il suo lavoro vengano pubblicamente resi noti.
Quello che però ci dà fastidio è che ormai tutti quanti hanno copiato la nostra idea del bandierone, genoani compresi, ma speriamo che nessuno abbia voglia di discuterne la paternità. Il primo bandierone, quello blucerchiato, uscì fuori nel 1982, e la sua immagine fece subito il giro d’Italia, tanto che quando si fece il secondo, quello bianco con la scritta “sei grande – ultras”, ormai la moda era arrivata anche all’estero, tanto è vero che al mundial di Spagna anche i brasiliani avevano il loro bandierone giallo-verde, e questo mentre ormai in Italia tutti facevano a gara per averne uno in ogni gruppo. Nonostante comportasse una grande spesa mantenerlo, i soldi sono usciti tutti dalla nostra cassa, e ci siamo andati a comprare di persona la stoffa a Como, mentre tantissimi hanno usufruito dell’appoggio di uno sponsor.
Se vogliamo essere precisi, c’era stato un precedente tentativo dei fiorentini, che avevano fatto una grande bandiera viola bordata di tricolore, ma anche dalle foto si vede che le dimensioni erano inferiori. Siamo un gruppo autonomo: non facciamo parte della Federazione Clubs Blucerchiati, nonostante essi facciano sottoscrizioni a nostro favore nelle occasioni in cui le nostre iniziative interessano tutta la gradinata Sud. Abbiamo preparato 2.000 bandiere di stoffa per il derby ’83/84, e tutti i clubs si sono autotassati perché le avremmo distribuite a tutti gli spettatori dandoci quindi un considerevole appoggio.
Con la società siamo in ottimi rapporti, però abbiamo ricevuto finanziamenti solo una volta a causa di gravi difficoltà, ma tutto è finito lì. Se avessimo bisogno di soldi e li chiedessimo, ce li darebbero senza alcun problema, ma non vogliamo approfittarne. Purtroppo noi abbiamo una grave difficoltà, nel senso che tutto il materiale promozionale viene a costarci molto caro rispetto ad altri gruppi, per il fatto che dobbiamo stamparlo in quattro colori, blu, bianco, rosso e nero. Questo è il motivo per cui l’iscrizione costa 5.000 lire, che comunque non è un prezzo eccessivo. Noi abbiamo alcune sezioni, anche se sono costituite da pochi esponenti come generalmente avviene. Abbiamo sempre dato via libera a chi voleva fare striscioni o adesivi, senza far pagare niente, anche per incoraggiare i ragazzi in quanto noi sampdoriani, al di fuori della Liguria non possiamo vantare una tradizione o un seguito paragonabili a Juve, Milan o Inter, ma speriamo di conquistarli in futuro.
Per quanto riguarda la violenza,noi la pensiamo così : innanzi tutto è sbagliato il presupposto di andare a fare casino allo stadio, ma è anche facile arrivarci, perché se quando vai a Milano o a Torino ti rompono, è chiaro che a Genova tu cerchi di restituire la cortesia, e magari viene coinvolto anche chi non c’entra nulla. Nei limiti del possibile si cerca di stare buoni, però non si può non reagire se i milanisti passano sotto la gradinata e tirano oggetti addosso alla gente: è sbagliato, questo è vero, ma si cerca di limitare le reazioni allo stretto necessario. Purtroppo andare in trasferta ha perso col tempo molto del suo fascino, si sta stretti tra cordoni di polizia e sembra di essere in un lager, quasi come se fossimo in guerra e dovessimo preoccuparci di non prendere coltellate o pietre in testa. Per fortuna abbiamo eliminato dalle nostre fila le infiltrazioni di delinquenti e sobillatori politici, se proprio devi prendertela fallo con il ragazzo che può averti dato uno schiaffo, e non con il padre di famiglia col bambino in braccio, anche se ha al collo la sciarpa del genoa, del toro o del milan.
Per quanto riguarda le amicizie,i migliori rapporti li abbiamo coi ragazzi di Verona, con le Brigate dell’Atalanta (con i Wild Kaos sono un po’ più problematici per il loro modo di vedere le cose, anche se nel complesso va tutto bene) e con i cagliaritani. Siamo molto amici anche dei ragazzi di La Spezia e Parma. Le città come Cremona, Udine o Empoli sono posti in cui abbiamo una simpatia dovuta all’ottima accoglienza che ci è stata riservata, potendovi portare migliaia di persone senza il minimo rischio di incidenti. Siamo molto amici anche con i ternani. Teniamo a precisare che non abbiamo rapporti con tifosi juventini, comunque non esiste verso di loro nessuna particolare forma di rancore. Siamo tra i pochi in Italia ad avere gemellaggi con tifoserie straniere,come quello col Commando Ultra’ dell’Olympique di Marsiglia.
In Europa la Sampdoria non rappresenta una grande realtà perché non ha mai avuto modo di misurarsi con molte squadre avversarie, ma il tifo doriano è molto conosciuto ed ha fatto una sola scuola, se è vero che ora i bandieroni si vedono in mezzo mondo. Il pregio maggiore riteniamo sia l’amicizia che regna all’interno del gruppo ma anche il fatto di essere andati ovunque, di amare la Sampdoria in maniera smisurata e il che significa non contestare mai la squadra, voler bene a Mantovani ed essere sempre fiduciosi nel futuro. Il difetto più grande è quello di non riuscire, ultimamente, a portare tutti i ragazzi che vengono in trasferta dietro le insegne degli ultras, cioè se in trasferta ci sono 1.000 ragazzi, 500 sono con noi, gli altri stanno per i fatti propri. Riuscire a realizzare questo significherebbe essere completi e quindi non avere nessuna manchevolezza.In questa intervista non abbiamo parlato del numero dei nostri tamburi, degli striscioni o dei tesserati perché crediamo che a nessuno importi niente, e ciò che si è detto lascia trasparire un certo orgoglio dentro di noi, e corrisponde tutto a verità. Quanto c’era da far sapere sugli UTC è stato detto, perciò sconsigliamo chi non fa parte del direttivo o chi conosce il nostro ambiente solo per sentito dire, di scrivere cose false che non servono a nessuno e possono solo causare equivoci o malintesi, e che vanificherebbero il lavoro di chi si sbatte per darci un’immagine seria e credibile.
[Intervista tratta da Supertifo]
Foto e immagini della tifoseria
Per visualizzare la pagina con le immagini e foto storiche della tifoseria blucerchiata.
Complimenti …ma forza Milan sez.Genova
Mi spiace contraddire chi ha scritto l’articolo, ma la storia degli ULTRAS è tutta un’altra cosa! Non sò, forse l’autore non c’era nel 1969 a Sampierdarena in Via San Bartolome del Fossato quando Io, Walter Patrone, Mantero Enrico, Gianni Mori, Gino Della Scala, Gianni Tomiati, Zanetti Sandro, Mauro Fozzi, Esposito Franco, Caviglia Roberto, Remo, Marco Primo, Gerardo Orlanno, Massimo Barberis, Vittorio Bazzurro, Campitti Franco e altri del del gruppo, affittammo un locale la prima sede degli ULTRAS. Il nome Tito Cucchiaroni venne in seguito, quando ci trasferimmo in Via Pietro Chiesa, li un club che stava chiudendo ha lascito a noi i suoi locali, per rispetto del presidente Mocagatta e del club abbiamo aggiunto il loro nome al nostro, si chiamavano Club Tito Cucchiaroni, e così siamo diventati ULTRAS TITO CUCCHIARONI (anno 1969/70). Se vi interessano altre corrette informazioni e non storie inventate io sono qui a disposizione. Forse qualche Sampdoriano mi conosce… Bosotin Claudio fondatore degli ULTRAS. Uniti Legneremo Tutti Rossoblu Ancora Sangue
Lo SPEZIA club “Aquile di Riomaggiore” saluta il ritorno in serie A della mitica SAMP e augura a tutti i suoi tifosi di rivivere al più presto le magiche notti delle coppe europee.